Il Grande Nord è spesso visto come una meta mistico-fantastica, molto ambita per un viaggio da fare almeno una volta nella vita.
L'inverno — a quelle latitudini — con il suo estremamente rigido freddo, porta fenomeni atmosferici inediti.
In particolare l'aurora boreale, invisibile alle nostre latitudini, è una delle meraviglie della natura che molte persone aspirano di vedere live.
Con "Arctic Expedition" Il Tesla Club Italy ed ElektronVolt vogliono portare tutti gli spettatori nel mondo dell'auto elettrica attraversando paesaggi tra i più ostici ed al contempo "esotici" disponibili nel vecchio continente.
Lo scorso dicembre, il modulo fotovoltaico di Futura Sun, SILK® Pro RED, ha ricevuto l’Archiproduct Design Award (ADA) 2022, il prestigioso premio internazionale che seleziona a livello mondiale il miglior design in architettura per originalità, ricerca e innovazione. La rinomata giuria, composta dalle figure più influenti nel campo dell’architettura e del design, ha valutato oltre 700 prodotti candidati e selezionato le migliori proposte dell’anno.
Il pannello fotovoltaico colorato di FuturaSun SILK® Pro RED, premiato nella categoria costruzioni, si è distinto per una innovativa capacità di combinare requisiti di efficienza e funzionalità con la ricerca estetica. “Siamo orgogliosi di questo riconoscimento”, dichiara Alessandro Barin, CEO Futura Sun. “Grazie alla nuova linea di moduli colorati rispondiamo alle esigenze dei progettisti e dei committenti che desiderano coniugare soluzioni tecniche di produzione di energia rinnovabile con soluzioni architettoniche dal ricercato gusto estetico”.
FuturaSun SILK® Pro RED fa parte della linea SILK® Pro, che presenta tre versioni colorate appositamente studiate per le più esigenti soluzioni architettoniche: Silver, Orange e il premiato Red. Una serie di prodotto, altamente architettonico, dimostra che la tecnologia fotovoltaica è anche versatile e che le sue possibilità di utilizzo vanno oltre le tradizionali installazioni su tetto o sul terreno. Con la creazione della serie SILK® Pro Colour il fotovoltaico assume un valore estetico e diventa facilmente integrabile nell’ambiente circostante.
I pannelli SILK® Pro Silver sono moduli che abbinano tutta la tecnologia SILK® Pro con una lastra di vetro color grigio chiaro metalizzato, che garantisce la massima lucentezza e ben si addice in edifici moderni sia in facciata che sulla copertura.
Le altre due soluzioni colorate, SILK® Pro Orange e SILK® Pro Red, rispondono ad altre esigenze architettoniche. Questi pannelli colorati ben si adattano nell’edilizia conservativa, in caso di ristrutturazioni che necessitano di inserimenti su coperture tradizionali, a coppi e tegole di laterizio, o in caso di affiancamenti ad architetture storiche nei centri urbani, in cui sia necessario garantire una armonia complessiva. Consentono inserimenti ottimali per tetti a falda, ma anche per composizioni su elementi di facciate in contesti innovativi anche dal punto di vista delle luci e dei colori.
Tutte e tre le versioni colorate sono caratterizzate dai vantaggi che hanno determinato il successo della linea SILK® Pro nelle sue varie versioni.
I moduli si basano sulla tecnologia monocristallina e sono costituiti da due sezioni indipendenti così da consentire ottime rese anche in caso di ombreggiamenti sulla superficie. Inoltre, grazie all’ottimo coefficiente termico, il modulo produce elevate rese anche ad elevate temperature di esercizio. La garanzia di prodotto è di 15 anni, quella di performance addirittura di 25 anni.
Il concetto dell’impact investing nasce circa 20 anni fa, collocandosi al centro tra la filantropia e gli investimenti tradizionali e si caratterizza per tre elementi fondamentali:
– L’intenzionalità dell’investitore nel generare impatto
– L’aspettativa di un rendimento economico “paziente” e sostenibile
– La misurabilità dell’impatto che ne consegue dal singolo investimento.
Ce ne parla Finanza.tech – Top Sponsor del Tesla Club Italy – una fintech company quotata su Euronext Growth Milan che si occupa di Corporate Finance in modo nuovo. Grazie alla sua piattaforma digitale e la gestione dei dati evoluta, permette alle aziende di dialogare in ambito finanziario con banche, investitori e altri enti in modo tempestivo, semplice e flessibile.
Quali sono gli obiettivi dell’impact investing?L’ambizioso intento era quello di superare la netta dicotomia tra profit e no profit e di ricercare soluzioni positive attraverso modelli di investimento in grado di offrire risposte a bisogni della società in senso lato, e quindi non solo delle sue componenti più fragili. Da questo punto di vista i target di riferimento dell’Impact Investing erano le cosiddette «social impact enterprise», espressione usata per diversificare queste imprese dal modello tradizionale dell’impresa sociale, sia per il modello di business in sé (volto a coniugare le due tipologie di ritorno in una value proposition a impatto e al tempo stesso commercially viable) sia per il gap di domanda a cui dare risposta, rappresentato non solo dalle fragilità della società.
È possibile racchiudere gli obiettivi della finanza di impatto in tre grandi macro categorie:
1) l’imprenditorialità sociale sia grazie a nuovi flussi di capitali investiti secondo la logica impact che grazie al perfezionamento degli standard di trasparenza finanziaria e sociale.
2) soluzioni welfare grazie al miglioramento dell’efficienza ed efficacia della spesa pubblica per i servizi di welfare, in particolare per gli interventi di natura preventiva;
3) il soddisfacimento dei bisogni con l’allocazione di nuove risorse verso investimenti in aree come il disagio abitativo, la cura dell’infanzia e degli anziani, la dispersione scolastica o la valorizzazione della cultura.
Gli attori coinvoltiLa maggior parte dei soggetti investitori sono fondi d’investimento for-profit e no-profit: insieme rappresentano più del 60% del totale seguiti da fondazioni (circa 10%), altri istituti finanziari e compagnie assicurative.
Per fare qualche esempio, si pensi come dal 2015 in poi negli Stati Uniti, grazie a linee guida sviluppate dal Ministero del Tesoro, le fondazioni abbiano iniziato a investire i loro capitali con un occhio agli obiettivi cosiddetti charitable, anche in previsione di sacrificarne i rendimenti.
Accanto agli investitori vanno tenuti in considerazione altri stakeholders che contribuiscono allo sviluppo, alla diffusione e all’evoluzione del fenomeno. Le Nazioni Unite nel 2015 hanno elaborato e promosso i Sustainable Development Goals, ossia 17 obiettivi sociali e ambientali da raggiungere entro il 2030: tra loro, ad esempio, ci sono lo sradicamento della povertà globale e la conservazione di oceani e foreste. Qual è stata la risposta delle imprese? Per citarne alcune, Bank of America ha adattato la sua strategia di investimento decennale che prevedeva investimenti per 50 miliardi di dollari nell’abbandono dei combustibili fossili e Deutsche Bank ha stretto diverse partnership per il raggiungimento di svariati obiettivi.
Quali sono gli strumenti a supporto?Gli strumenti utilizzati in ambito impact possono essere distinti per la loro natura di debito o equity, ma anche per la maturità dello strumento e dello stadio di sviluppo dell’investimento. Per citarne alcuni: – GREEN, SOCIAL E SUSTAINABILITY BOND, si tratta di titoli di debito emesse da enti pubblici e privati che operano secondo l’approccio impact, fornendo nuova liquidità a iniziative che mirano alla realizzazione di risultati sociali e/o ambientali positivi. – IMPACT FUND, fondi che, attraverso strumenti di debito o equity e quasi-equity, investono principalmente nelle fasi di lancio e crescita di iniziative che hanno come fine ultimo quello di generare un impatto positivo sulla società.
– STRUMENTI DI PAYMENT BY RESULT (PBR), strumenti la cui remunerazione e anche modalità di rimborso sono strettamente correlate al raggiungimento di obiettivi prefissati. Un esempio di questo tipo è quello dei Social Impact Bond (SPIB), strumenti che, mediante la raccolta di capitali privati, consentono la promozione di politiche pubbliche innovative.
– LINEE DI CREDITO IMPACT, ovvero finanziamenti che spesso vengono offerti a condizioni economiche agevolate che mirano a sostenere le imprese che possono generare impatti positivi verso le comunità.
I mercati di riferimentoPer quanto riguarda la destinazione geografica la prima differenza che si può fare è tra mercati emergenti e mercati sviluppati: dai dati degli ultimi anni si evince un focus più profondo per i mercati emergenti che crescono del 24% annuo rispetto a quelli sviluppati che hanno un tasso di crescita di 6 punti inferiore.
In particolare, i mercati di destinazione che stanno crescendo molto sono l’Africa Sub-Sahariana, l’America Latina, Est e Sudest Asiatico seguiti da mercati più lenti come Est Europa e Russia: in Europa gli stati più attivi sono invece l’Olanda e la Danimarca, come spiega Eurosif Reports.Ma vediamo come nel mondo il fenomeno dell’impact investing stia generando valore.
Partiamo dal Regno Unito, considerato leader nel settore, che fino ad oggi ha realizzato circa 69 Social Impact Bonds ed ha sviluppato il Green+Gilt, ovvero un modello di obbligazione che persegue obiettivi a scopo benefico sia sociale che ambientale.
La Finlandia, invece, ha lanciato il Refugee Social Impact Bond al fine di sostenere l’integrazione di migliaia di rifugiati e migranti del mercato del lavoro finlandese.
Spostandoci verso la parte orientale, troviamo poi il Giappone che ha istituito l’ANPIA, uno strumento che permette alle aziende private di utilizzare i depositi dormienti per sostenere attività di interesse pubblico.
Meritevole di attenzione è anche l’India che ha lanciato il primo Development Impact Bond del mondo, l’Educate Girls DIB per migliorare la qualità dell’istruzione di 15.000 ragazze indiane.
Qual è il contributo dell’Italia?Negli ultimi anni la finanza sostenibile, su impulso anche dell’Unione Europea, ha preso sempre più campo nel nostro Paese. Sono infatti nati numerosi fondi a impatto come Opes, Sefea e Oltre. Nel 2018, inoltre, il Dipartimento per la Funzione Pubblica ha istituito il FIS (Fondo per l’Innovazione sociale) al fine di supportare i bisogni sociali emergenti mediante l’allocazione di capitali privati. Sono sempre di più i risparmiatori orientati ad investire eticamente e le aziende che si stanno accorgendo che la sostenibilità non deve essere intesa come un costo, bensì come una risorsa.
È cresciuta anche l’attenzione all’andamento dei mercati ed alla situazione economica globale. Di conseguenza si è progressivamente anche rimodellato il profilo di rischio degli investimenti a favore di strumenti finanziari a basso rischio, e gli investimenti ESG rientrano proprio in questa categoria (basti pensare che la maggior parte dei fondi dark green, ovvero quelli che maggiormente promuovono la sostenibilità, hanno un rating compreso tra AAA e AA).
Sostenibilità e bolle speculativeC’è da dire che il concetto di «impact investing» è diventato uno degli argomenti più caldi nel mondo finanziario e continuamente sorgono nuovi fondi di investimento che dichiarano di operare secondo le modalità proprie dell‘impact investing. Il rapporto annuale sui rischi del World Economic forum del 2020 è stata un’assoluta conferma in questo senso. La survey faceva emergere come nell’ultimo decennio i rischi economici, come per esempio le bolle speculative, siano stati abbondantemente superati dai rischi ambientali. Quelli climatici poi hanno per la prima volta dominato la classifica dei cinque rischi a lungo termine più probabili.
Ci si sta chiedendo se le tematiche di sostenibilità e impatto possano in qualche modo rientrare in quello che possiamo definire il “bubble space” (si pensi alla bolla immobiliare che si verificò negli USA nel 2008). Ci sono diversi elementi che fanno pensare, con un certo grado di ottimismo, che l’impact investing ne sia ancora lontano, e probabilmente non ne farà mai ingresso. Secondo un’analisi di Bloomberg new Energy Finance, le prime 50 economie del mondo stanno destinando 583 miliardi di dollari ad investimenti che promuovano iniziative green. Negli anni, inoltre, si è assistito ad un importante aumento delle iniziative per promuovere l’Impact Investing nel settore del risparmio.
Che futuro si prospetta?Tra i temi che riguardano la sostenibilità, le problematiche ambientali sono quelle che negli ultimi anni hanno avuto maggior attenzione; ciò non stupisce dato che gli effetti del cambiamento climatico sono ormai sempre più frequenti e di maggiore portata.
Nonostante ciò, l’offerta di strumenti sostenibili sul mercato è ancora limitata. Tra le maggiori cause che influiscono sulla scarsa offerta rientrano sicuramente le difficoltà che gli investitori percepiscono nell’individuare progetti e confezionare strumenti finanziari sostenibili da collocare sul mercato, per quantità e scadenze adeguate alla domanda.
L’individuazione di progetti in cui investire al fine di confezionare strumenti finanziari sostenibili trova particolari ostacoli sul fronte della trasparenza e della robustezza dei dati che sono alla base dell’elaborazione dei punteggi ESG e delle strategie di investimento. Vi è poi un altro aspetto da non sottovalutare che riguarda la linea sottile tra l’essere individuato come un’impresa sostenibile o no.
Prendiamo l’esempio di un’impresa agricola che potrebbe essere allineata all’obiettivo di sconfitta della fame nel mondo (Obiettivo numero 2 degli SDG, Sustainable Developement Goals delle Nazioni Unite), ma se i prodotti impiegati ed i processi produttivi adottati danneggiano la qualità del suolo e inquinano i fiumi, questo inciderà negativamente sugli obiettivi 14 (La vita sott’acqua) e 15 (La vita sulla terra).
Ma anche le stesse società di rating ESG adottano delle metodologie molto diverse tra loro al fine di elaborare un giudizio complessivo finale. Questo si traduce in un effetto distorsivo e giudizi che molto spesso sono divergenti fra loro e che sono caratterizzati da una correlazione inferiore rispetto a quanto si può riscontrare nei rating creditizi.
Il rischio di tali limiti potrebbe alimentare i dubbi sull’effettiva attendibilità dell’essere etichettati come un’impresa sostenibile. Per calmierare tali rischi si rende quindi necessaria una regolamentazione più chiara ed un sistema di verifica delle informazioni che sia più strutturato al fine di consolidare la fiducia in tali strumenti e contribuire al rafforzamento di tale segmento di mercato. In tale contesto, le banche centrali svolgono un ruolo cruciale per lo sviluppo di modelli di analisi e previsione che combinino variabili macroeconomiche e climatiche.
Finanza.tech lavora ogni giorno per fornire alle PMI forme alternative di finanza che le aiutino a trovare in tempi brevi la liquidità necessaria a cogliere le opportunità sul mercato e ad aumentare la propria competitività. Società Benefit dal 2021, la fintech milanese è impegnata in progetti benefici che integrino la propria strategia di profitto con una forte attenzione a tematiche di natura sociale e ambientale, contribuendo con parte dell’utile a sostenere la comunità in cui opera, il Paese e gli stakeholder.
Se vuoi una guida per orientarti nel mondo dell’Impact Investing, scrivi a [email protected]
Già da qualche mese, il caro energia sta pesando in maniera importante sul bilancio di famiglie e imprese, con un deciso impatto anche su molti beni di consumo.
Anche chi si era affidato all’elettrico per l’alimentazione dei veicoli o per le forniture domestiche ha dovuto fronteggiare aumenti significativi in bolletta.
In attesa di un ritorno alla normalità, il Governo ha introdotto un’importante agevolazione per aiutare le imprese a fronteggiare l’aumento dei prezzi del settore energetico: i così detti “crediti energia”.
Ce ne parla Finanza.tech – Top Sponsor del Tesla Club Italy – una fintech company quotata su Euronext Growth Milan che si occupa di Corporate Finance in modo nuovo. Grazie alla sua piattaforma digitale e la gestione dei dati evoluta, permette alle aziende di dialogare in ambito finanziario con banche, investitori e altri enti in modo tempestivo, semplice e flessibile.
Finanza.tech lavora ogni giorno per fornire alle PMI forme alternative di finanza che le aiutino a trovare in tempi brevi la liquidità necessaria a cogliere le opportunità sul mercato e ad aumentare la propria competitività; già da inizio 2021 è attiva nella cessione dei crediti fiscali – IVA, IRPEF, ma anche quelli derivanti da bonus edilizi – e ha da poco lanciato il servizio di cessione dei crediti energetici, proprio per supportare concretamente le imprese italiane in questo momento di difficoltà.
Partiamo dall’inizio, cosa sono i crediti energia?Si tratta di agevolazioni, sotto forma di credito d’imposta per la spesa sostenuta dalle imprese per il consumo di energia elettrica o gas naturale nel primo e secondo trimestre 2022, recentemente esteso anche alle spese sostenute nel terzo trimestre 2022.
Tale credito d’imposta è riconosciuto alle:
— imprese “energivore” e “non energivore”;
— imprese “gasivore” e “non gasivore”
per le spese sostenute per l’acquisto di energia elettrica/gas naturale a fronte dell’incremento del relativo costo.
Ma come si distinguono le diverse categorie di imprese e come cambia l’agevolazione?A seconda della tipologia di impresa il credito d’imposta viene riconosciuto in misura diversa e secondo criteri differenti.
La tabella di Ipsoa ci viene in aiuto, facendo ordine tra i requisiti e i crediti d’imposta riconosciuti alle diverse tipologie di imprese.
Fonte: Ipsoa dall’art. web “Crediti d’imposta energia e gas”
Per una più facile lettura del prospetto, aggiungiamo di seguito qualche specifica sulle diverse tipologie di imprese beneficiarie.
Per imprese “gasivore” si intendono i soggetti che:
operano in uno dei settori di cui all’ Allegato 1 del Decreto MiTE 21.12.2021, n. 541 (produzione di gelati, lavorazione del tè e del caffè, confezioni di abbigliamento in pelle / indumenti da lavoro / biancheria intima, fabbricazione di calzature, ecc.); hanno consumato nel primo trimestre 2022 un quantitativo di gas naturale per usi energetici non inferiore al 25% del volume di gas naturale al netto dei consumi di gas naturale impiegato in usi termoelettrici.Anche alle imprese “non gasivore”, cioè non ad alto consumo di gas naturale, il beneficio spetta a condizione che il prezzo del gas naturale, calcolato come media del secondo trimestre 2022 dei prezzi di riferimento del Mercato Infragiornaliero (MI-GAS) pubblicati dal Gestore del Mercati Energetici (GME), abbia subito un incremento superiore al 30% del corrispondente prezzo medio del secondo trimestre 2019.
Passiamo invece alle imprese “energivore”, ovvero tutte quelle imprese che hanno consumi elevati di energia elettrica, con una forte incidenza sul proprio fatturato.
In Italia, rientrano in questa categoria circa 3.000 imprese, sia di grandi dimensioni che PMI. Anche i settori sono i più disparati, dall’industria cartaria alle acciaierie, dalle industrie meccaniche a quelle alimentari.
Come si evince dalla tabella, a seconda della tipologia di impresa e in presenza di determinati requisiti, il credito d’imposta ottenibile può arrivare fino al 25% della spesa. Un’opportunità da non farsi sfuggire.
Come calcolare l’incremento per richiedere il bonusIl Decreto Aiuti bis ha stabilito che l’impresa che deve usufruire del credito deve rifornirsi dallo stesso venditore da cui si approvvigionava negli anni precedenti (2019 per il 2022) ed il cliente finale deve richiedere al venditore, entro 60 giorni dalla scadenza del periodo per la quale è possibile compensare il credito d’imposta, una comunicazione nella quale viene richiesto il calcolo dell’incremento di costo della componente energetica e l’ammontare della detrazione spettante per il secondo trimestre del 2022.
Le comunicazioni tra venditore e imprese devono avvenire tramite posta elettronica certificata (PEC), o con altra modalità tracciabile (raccomandata postale).
Come si utilizza il credito?Tutti i crediti d’imposta in questione, potranno essere utilizzati, dalle imprese beneficiarie in diversi modi:
in compensazione mediante modello F24; oppure ceduti solo per intero a terzi, nel numero massimo di tre trasferimenti di cui uno libero e due a soggetti qualificati (intermediari finanziari).I suddetti crediti d’imposta dovranno essere utilizzati:
entro il 31 dicembre 2022 per i bonus relativi al primo e secondo trimestre 2022, entro il 31 marzo 2023 per gli importi spettanti relativi al terzo trimestre 2022 (precedentemente fissato al 31.12.2022 dal decreto Aiuti bis e poi prorogato dal Decreto Aiuti Ter) e ai mesi di ottobre e novembre 2022.Nota bene: la quota compensata parzialmente impedisce la cessione della quota non utilizzata.
Dunque, si apre ufficialmente il mercato per le compravendite dei bonus energia. Snelle le procedure per i controlli sull’effettiva spettanza dei crediti oggetto di cessione, con pochi documenti richiesti dagli istituti di credito per la verifica della bontà del credito.
All’interno di questo contesto sfidante, Finanza.tech, Top Sponsor del Tesla Club Italy, ha voluto trovare il modo per semplificare i processi e poter essere al fianco dei clienti anche su questo fronte. La fintech ha ufficialmente comunicato di avere già siglato diverse operazioni con imprese energivore e di essere pronta ad affiancarne altre, avendo definito procedure semplici e tempestive per trasformare i crediti energetici in liquidità
Nel seguente articolo della rubrica Mobilità elettrica in condominio, riportiamo la risposta alla richiesta di un nostro iscritto di informazioni tecnico/normative per supportare, in una prossima assemblea condominiale, la proposta di adeguamento dell’impianto elettrico esistente, al fine di consentire, in ognuno dei singoli 350 box dei silos sotterranei, la possibilità di ricarica di auto elettriche.
Risposta di Giuseppe PuglieseSi chiede di indicare come strutturare un impianto in un edificio adibito esclusivamente a box auto, ce ne sono 362, al fine di ricaricare un veicolo elettrico in ciascun box. La risposta semplice, ma fuori luogo, è: “impossibile!” Impossibile per diverse ragioni. Fuori luogo per altrettante diverse ragioni. Per essere chiari, la risposta è che “oggi” potrebbe essere impossibile, ma “domani” lo dobbiamo rendere possibile. Quindi dobbiamo andare in ordine e cominciare a mettere in fila i diversi problemi che, peraltro, sono di natura molto diversa tra loro.
Per quanto ho capito in riferimento alla domanda si tratta di un edificio:
realizzato su terreno di proprietà pubblica. Il Comune di Milano ha il diritto di proprietà superficiaria così come risulta in ciascuna visura catastale; adibito a box auto realizzato ai sensi della legge 24 marzo 1989, n. 122, articolo 9; dove sono presenti soltanto box auto; dove la proprietà dei parcheggi realizzati a norma del comma 1 della citata legge può essere trasferita, anche in deroga a quanto previsto nel titolo edilizio che ha legittimato la costruzione e nei successivi atti convenzionali, solo con contestuale destinazione del parcheggio trasferito a pertinenza di altre unità immobiliare sita nello stesso comune. Si tenga presente che il parcheggio in oggetto è definito “residenziale” nel documento definito “Aggiornamento del Piano Generale del Traffico Urbano (PGTU) – Stato di attuazione e aggiornamento” pubblicato dal Comune di Milano in data 16 novembre 2012, cfr. tavola 6, “Sistema della sosta”; dove i parcheggi realizzati ai sensi del comma 4 non possono essere ceduti separatamente dall’unità immobiliare alla quale sono legati da vincolo pertinenziale e i relativi atti di cessione sono nulli, ad eccezione di espressa previsione contenuta nella convenzione stipulata con il comune, ovvero quando quest’ultimo abbia autorizzato l’atto di cessione. Doveri del gestore del servizio elettrico della zona e decisioni conseguenti. Dotare l’edificio di una linea di adduzione di energia in grado di fornire una potenza di almeno 3KW per ogni box, o, quantomeno, ad ogni box auto dove si intende caricare un veicolo elettrico.Questa considerazione deriva da una serie di provvedimenti già deliberati dalla stessa autorità.
Delibera ARERA n. 467 del 12 novembre 2019 successiva alla inchiesta pubblica collegata pubblicata con la delibera 331 del 14 giugno 2018.
Nella delibera 467 è riportato: “… che, in logica ‘future proof’, l’ammodernamento delle colonne montanti debba consentire a ciascun utente delle colonne montanti ammodernate un prelievo fino ad almeno a 6,6 kW per un tempo illimitato, in coerenza con la Norma CEI 0-21, e fare salve le potenze disponibili superiori a 6,6 kW già contrattualizzate al momento dell’ammodernamento della colonna montante …”.
L’ammodernamento delle colonne montanti elettriche, a cui si riferisce la citata delibera, riguarda le utenze domestiche.
Le utenze domestiche riguardano anche le unità di pertinenza delle abitazioni come sono i box auto relativi al quesito di cui ci stiamo occupando.
Nella delibera 331 è riportato: “L’invecchiamento delle colonne montanti pone rischi crescenti all’esercizio della rete di distribuzione in condizioni di sicurezza, per le seguenti cause:
b) i rischi derivanti dall’inadeguatezza delle colonne montanti più vetuste, che sono state progettate con coefficienti di contemporaneità di utilizzo stimati in condizioni di carico elettrico molto diverse da quelle attuali (si pensi per esempio alla diffusione dei condizionatori negli ultimi anni) e ancor più di quelle prospettiche; c) i rischi di non poter far fronte al possibile aumento dell’utilizzo della potenza da parte delle famiglie e delle piccole utenze commerciali per via del maggiore ricorso a utilizzi finali di riscaldamento e/o di raffrescamento (es. pompe di calore) laddove la diffusione di generazione locale da fonte rinnovabile (es.: fotovoltaica) non sia sufficiente a compensare la necessità di aumento di potenza”.L’Autorità dice a tutti i gestori elettrici (come A2A) di ripristinare la funzionalità delle colonne montanti all’interno degli edifici per assicurare a tutti gli utenti residenziali un aumento della potenza installata da 3,3 KW a 6,6. La stessa Autorità assume per “già fatto” l’aggiornamento della linea di adduzione di energia all’edificio.
Il presente punto 1.1 significa che:
l’Autorità afferma che ogni abitazione deve poter aumentare la propria potenza impegnata ad almeno 6,6 KW, invece dei normali 3,3 KW che la maggior parte delle famiglie ha sottoscritto con il gestore.Visto che l’edificio in esame è composto da tutti box auto di pertinenza delle abitazioni, si dovrebbe applicare lo stesso principio.
La potenza della linea di adduzione dell’energia all’edificio dovrebbe essere tale da permettere la ricarica di 350 veicoli elettrici per la quale la stessa Autorità afferma che l’aumento (denominato ‘future proof’) debba essere pari a circa 3,3KW di potenza per ciascun box auto alla luce del fatto che la casa, essendo situata in altro edificio ha un proprio contatore.
Si parla, quindi di una capacità della linea di circa poco più di 1MW.
Questa capacità non deve essere “pagata” dagli utenti come non deve essere pagata dagli utenti l’aumento ‘future proof’ preannunciato da ARERA.
Tenete presente che la potenza di 3KW è assolutamente sufficiente per caricare la batteria di un veicolo elettrico durante una notte; quantomeno per assicurare un lungo percorso nel corso del giorno successivo.
In 10 ore vengono erogati 33 KWh.
Con un consumo pari a 220Wh per chilometro si percorrono circa 145 chilometri; il che significa superare 50 mila chilometri l’anno; quattro volte di più della percorrenza media di una auto in Italia.
Se il gestore elettrico assicura la quantità di energia fino all’edificio, il proprietario dovrebbe assicurare di riuscire a portare quell’energia a ciascun box auto.Per ottenere questo risultato i proprietari dei box auto devono scegliere cosa fare ed assumere le decisioni conseguenti.
Tra le cose da fare c’è senz’altro la verifica del progetto dell’impianto elettrico realizzato nel locale.
Si dovrebbero conoscere le seguenti informazioni:
tipologia dell’impianto di distribuzione dell’energia con le sezioni dei cavi utilizzati nelle varie tratte; coefficiente di contemporaneità utilizzato per il dimensionamento dei cavi e degli interruttori posizionati lungo l’impianto; dimensionamento dei cavidotti e la loro disponibilità nelle diverse tratte. Questa caratteristica dovrebbe essere considerata presente alla luce del periodo di realizzazione dell’opera. Permettere a ciascun utente che lo richiede un secondo contatore destinato alla fornitura di energia per la ricarica di veicoli elettrici.Il Decreto Legislativo 16 dicembre 2016, n. 257 “Disciplina di attuazione della Direttiva 2014/947UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 ottobre 2014 sulla realizzazione di una infrastruttura per i combustibili alternativi prevede all”articolo 4, comma 13 che la fornitura di energia elettrica a un punto di ricarica deve poter essere oggetto di un contratto con fornitori diversi rispetto all’entità fornitrice dell’abitazione o della sede dove sono ubicati i detti punti di ricarica.
Il cosiddetto “TIC”, “Testo Integrato delle Condizioni economiche per le condizioni del servizio di connessione”, (approvato con la delibera 27 dicembre 2019, 568/2019/R/EEL e modificata con deliberazioni 541/2020/R/EEL, 564/2020/R/EEL e 621/2021/R/EEL) all’articolo 5, comma 3 testualmente prevede: “In deroga a quanto previsto dal comma 5.1, per le utenze di cui al comma 2.2, lettere a) e d), del TIT, può essere richiesta dal medesimo titolare l’installazione di ulteriori punti di prelievo destinati esclusivamente alla ricarica di veicoli elettrici.“.
L’articolo 2 comma 2 lettera a) del TIT, TESTO INTEGRATO DELLE DISPOSIZIONI PER L’EROGAZIONE DEI SERVIZI DI TRASMISSIONE E DISTRIBUZIONE DELL’ENERGIA ELETTRICA, testualmente recita: ”
2.2 I contratti aventi ad oggetto i servizi di cui al comma 2.1 relativi a punti di prelievo nella titolarità di clienti finali devono corrispondere alle seguenti tipologie:
a) per utenze domestiche in bassa tensione, dove per tali si considerano i contratti riguardanti l’energia elettrica utilizzata per alimentare: i) le applicazioni in locali adibiti ad abitazioni a carattere familiare o collettivo, con esclusione di alberghi, scuole, collegi, convitti, ospedali, istituti penitenziari e strutture abitative similari; ii) le applicazioni relative a servizi generali in edifici di al massimo due unità immobiliari, le applicazioni relative all’alimentazione di punti di ricarica privata per veicoli elettrici, le applicazioni in locali annessi o pertinenti all’abitazione ed adibiti a studi, uffici, laboratori, gabinetti di consultazione, cantine o garage o a scopi agricoli, purché l’utilizzo sia effettuato con unico punto di prelievo, per l’abitazione e i locali annessi, e la potenza disponibile non superi 15 kW;…
d) per utenze in bassa tensione diverse da quelle di cui alle lettere a), b) e c) del presente comma, ivi incluse le utenze relative a pompe di calore, anche di tipo reversibile, per il riscaldamento degli ambienti nelle abitazioni e le utenze per la ricarica dei veicoli elettrici, quando l’alimentazione sia effettuata in punti di prelievo distinti rispetto a quelli relativi alle utenze di cui alla precedente lettera a); …“.Con questo punto ritengo:
fattibile la possibilità per ciascun utente del locale box, a prescindere dalle decisioni assunte dall’assemblea di condominio, di avere una propria utenza, a tutti gli effetti residenziale, per alimentare il proprio veicolo elettrico. Utenza che ognuno configura secondo le proprie necessità. Il gestore non potrebbe opporsi a questo tipo di richiesta; da verificare il dimensionamento dell’impianto elettrico per decidere se accendere una sola utenza per tutti oppure due utenze per due gruppi di soggetti diversi: a) quelli che intendono caricare il proprio veicolo elettrico; b) quelli che non intendono avere il servizio di ricarica all’interno del proprio box auto. In questo secondo gruppo ci potrebbero essere soggetti che, avendo l’auto elettrica, la potrebbero voler caricare esternamente al proprio box ma con una infrastruttura di ricarica veloce che impone la presenza fisica vicino all’auto. Di fatto queste persone potrebbero tornare nel primo dei due gruppi citati.In questo caso questo gruppo di soggetti sostiene la spesa di acquisto e gestione dell’infrastruttura e della relativa energia di una infrastruttura aperta solo a loro dove ricaricano in corrente continua e velocemente (normalmente 60KW di potenza). Si tratta di contarsi e fare dei conti, oltre che a verificare se fisicamente c’è il posto per creare una sosta breve che non intralcia la circolazione degli altri utenti.
Mi permetto di consigliarvi di non permettere ad un gestore di infrastruttura di ricarica pubblico di montare da voi una loro “colonnina” perché venite a pagare l’energia al prezzo che dicono loro e non quello che voi riuscite a pagare oggi, e, soprattutto, domani (magari per il tramite di una Comunità Energetica).
Il senso delle decisioni dell’Autorità di regolazione del mercato elettrico è chiaramente quello di favorire la transizione verso la mobilità elettrica, anche grazie alle decisioni assunte dalla Comunità Europea sul tema.
Ma abbiamo intrapreso questo percorso da troppo poco tempo e nel Paese ci sono molti che spingono dalla parte opposta.
Dal punto di vista teorico, l’abolizione del divieto di cessione dell’energia tra privati ha permesso la creazione delle Comunità Energetiche (decreto legge 30 dicembre 2019, n. 162, articolo 42-bis convertito con modificazioni dalla legge 28 febbraio 2020, n. 8).
Ma passare dalla teoria alla pratica non è assolutamente facile; anche se i tempi sono assolutamente maturi alla luce degli ultimi rincari dei costi dell’energia.
Un passo teorico che ancora manca è costituito dall’agevolazione data dall’Autorità di regolazione soltanto agli utenti di mobilità elettrica che vivono in case unifamiliari oppure in condomìni dove però il box auto è collegato con lo stesso contatore dell’impianto dell’abitazione.
In questo caso l’utente può chiedere al proprio gestore l’aumento gratuito della potenza da 3,3 KW a 6,6 KW se dimostra di possedere una auto elettrica e la relativa infrastruttura di ricarica 8che rispetta determinate specifiche tecniche) definite dalla stessa Autorità (delibera 541 del 2020). L’aumento gratuito dell’aumento di potenza, permette di fruire di energia, comunque pagata, durante le ore notturne e nei giorni festivi e prefestivi (fascia oraria denominata F3) superiore a 3,3KW, fino a 6,6KW.
Su questo tema c’è un mio intervento pubblicato in questa rubrica nel sito web del nostro club.
Un altro approfondimento è presente nel sito del GSE, Gestore dei Servizi Energetici, al link RICARICA VEICOLI ELETTRICI (gse.it).
Se ad un singolo utente è permesso questo aumento, perché non adottare uno strumento simile per una moltitudine di utenti che prelevano energia da una sola utenza, ma tutti per ricaricare veicoli elettrici?
In questo senso ho avanzato una richiesta alla stessa Autorità di regolazione che ci ha comunicato la presenza di una inchiesta pubblica in merito a questa ed altre tematiche.
L’inchiesta pubblica in questione è la 449/2022/R/eel del 27 settembre 2022 che scade il 31 dicembre 2022 e che vi invito a guardare ed a rispondere.
In merito al documento segnalo l’allegato A, paragrafo 2, punto “2.1 Punti di ricarica lenta privati (abitazioni)” e “2.2 Punti di ricarica accelerata (luoghi di lavoro)“.
Il tema si sta portando all’attenzione di tutti in questo periodo.
Ci dobbiamo preparare. Voi state sulla buona strada anche perché Milano si sta attrezzando, come molte città del nord Europa dove sarà permesso il transito solo ai veicoli non inquinanti.
Ci tengo comunque a precisare che la vera sostenibilità si ottiene anche guardando il portafoglio.
SicurezzaVorrei affrontare questo problema di cui si parla poco.
Sono contrario alla diceria che i veicoli elettrici sono pericolosi per il fuoco.
Secondo me è più pericolosa una auto piena di benzina che non un veicolo elettrico.
Vorrei sfruttare questa occasione per avanzare qualche idea mia personale. Potrà forse non far piacere a qualche venditore di infrastruttura di ricarica, ma nel caso vorrei anche avere deduzioni vere, logiche e, soprattutto verificate.
La normativa tecnica distingue 4 modi di ricaricare un veicolo elettrico.
Le prime tre sono per distinguere le ricariche effettuate in corrente alternata, la quarta per le ricariche in corrente continua.
La stragrande maggioranza delle ricariche si effettua in corrente alternata.
Un esempio è il mio. Con le mie ultime due auto, entrambe elettriche, ho percorso poco più di 300 mila chilometri. Il 98% delle ricariche è stato effettuato utilizzando la corrente alternata.
L’autovettura per essere caricata deve avere dall’infrastruttura di ricarica alcune informazioni. Nell’infrastruttura di ricarica, quindi ci deve essere una “intelligenza”.
Questa “intelligenza” si paga!
Praticamente tutte le auto, però, devono prevedere anche la possibilità di essere ricaricate con un collegamento ad una presa di corrente, che, notoriamente l’intelligenza non ha.
Praticamente tutte le auto elettriche, soltanto alcune lo vendono, hanno a corredo un cavo che presenta una “scatola intelligente” che effettua il colloquio con la vettura e ne permette la ricarica.
Questa è la differenza tra il “modo 2” ed il “modo 3”.
Nel “modo 2” l’intelligenza è in mezzo al cavo di collegamento; nel “modo 3” l’intelligenza è nella colonnina di ricarica.
La sicurezza aumenta se la “scatola intelligente” non si trova per terra. Se il pavimento si bagna, la scatola potrebbe andare in corto e creare problemi.
I problemi potrebbero aumentare se la vettura si trova vicina ad altre vetture.
Tutto ciò per dire che in un box privato l’auto si potrebbe ricaricare grazie ad una comune e semplice presa di corrente qualsiasi e con il cavo dato a corredo dell’auto, avendo l’accortezza di mantenere sollevata da terra la “parte intelligente del cavo”.
In questo modo si risparmia denaro senza nessun problema di minore sicurezza e minori prestazioni di ricarica; quest’ultime comunque da verificare in relazione alle caratteristiche del cavo e dell’intelligenza a corredo.
Si deve tener presente che molti affermano che la “colonnina” (ormai la chiamiamo tutti così, probabilmente perché i primi modelli assomigliano tutti ad una piccola colonna) è intelligente perché “sente” il livello di consumo della casa e si adatta alla potenza che, in quel momento, è disponibile. Vero! Ma non in un box auto; che però, non deve diventare mai una “sala hobby” o una discoteca! Nemmeno per un solo giorno, perché è proprio quello dell’incidente!
La vera sicurezza si ottiene, invece, montando all’esterno del box auto un interruttore magnetotermico differenziale tarato in modo da scattare per qualsiasi problema potrebbe insorgere sul circuito elettrico situato all’interno del box.
Per quanto sopra ci vuole la collaborazione di un vero professionista con cognizioni tecniche in grado di seguirvi e fornire suggerimenti adeguati.
Il caso è “di scuola” e potrebbe costituire un modello da replicare.
Se fossi io al vostro posto sceglierei un professionista iscritto ad un ordine professionale tecnico (ingegnere o perito industriale) e possibilmente anche un appartenente al Consiglio dell’Ordine o quanto meno frequentatore dell’Ordine.
Perché?
Perché la materia è nuova ed i gestori di rete vogliono sempre portare l’acqua al loro mulino facendosi forza del loro “potere”!
In questo caso dovrebbero avere un forte contraddittorio da qualcuno che conosce e frequenta il loro ambiente, mi riferisco soprattutto all’Autorità di regolazione ed al gestore dei servizi energetici.
L’ordine professionale è certamente un buon argine allo strapotere dei gestori dei servizi di rete.
Un conto sono le regole scritte, un altro è applicarle.
Il condominioLa decisione più importante da assumere è la rilevanza che si vuole dare all’azione condominiale anche rispetto a ciò che può decidere ogni singolo utente.
Le “forzature” qualche volta si devono mettere in opera ma lasciano comunque “morti e feriti” sul percorso.
È pacifico che maggiore è il numero di condòmini che intende introdurre la ricarica di veicoli elettrici in ogni box, più veloce è la realizzabilità dell’opera.
Di nuovo la presenza dell’esperto è molto importante per decidere al meglio. Se poi ha anche la dote del “buon senso” è cosa fatta!
Le decisioni che reputo indispensabili riguardano l’elenco dei lavori da eseguire, a cominciare dagli impianti comuni a tutti e, possibilmente, utili anche a coloro che non pensano di utilizzare un veicolo che si deve ricaricare di energia elettrica (alcuni sono convinti che la vera soluzione è l’auto a metano … io non sono tra costoro … almeno per ora).
Provo a fare un elenco di questi lavori.
Rete WiFi all’interno dell’edificio. Avere la rete è un vantaggio per tutti. Si deve tener presente che ormai tutte le auto, anche quelle “a carbonella”, sono dotate di strumentazione che si aggiorna con uno scambio dati automatico denominato “Over the Air”, OTA. La rete WiFi nel locale box è utile anche per: la gestione della sicurezza dei luoghi privati all’interno del box anche per problemi di penetrazione di acqua o di azioni da parte di soggetti esterni. La sicurezza esterna dovrebbe essere comunque assicurata dalla presenza h24 del servizio di sorveglianza e delle relative telecamere; la gestione della ricarica per i veicoli elettrici che, normalmente si effettua e si controlla anche via rete.Oggi si cominciano a vedere anche le prime biciclette e motocicli dotate di un navigatore che aggiorna sistematicamente le proprie mappe in modalità OTA.
Sezionamento delle linee di adduzione dell’energia verso i diversi box auto.Per locali come questo si deve pensare ad un sezionamento delle linee. Il parere dell’esperto tecnico è indispensabile in merito.
In merito mi permetto di segnalare l’ipotesi di valutare il sezionamento con barre di alluminio, invece che con cavi di rame.
Si deve tenere presente che la decisione del sezionamento dell’impianto permette di abbassare i costi dell’investimento per coloro che non hanno nei loro programmi l’acquisto di un veicolo elettrico.
Si mantiene alto il valore dell’immobile perché lo si dota della possibilità di installare una infrastruttura di ricarica con l’aggravio di spese per un “collegamento locale” a livello di gruppo di box (ipotizzo un numero inferiore a 30).
Ipotizzo fattibile un primo livello di sezionamento dell’impianto. Si inizia così.
Man mano che il numero dei veicoli elettrici aumenta, aumenta il relativo sezionamento. Il vantaggio di utilizzare le barre deriva anche dal fatto che possono essere riutilizzate
Il futuro ci propone la possibilità di valutare, per un sotto-gruppo di condòmini, la possibilità di costituire una Comunità Energetica con l’amministrazione comunale se ci fosse la disponibilità a realizzare su terreno pubblico un impianto fotovoltaico di autoproduzione ed autoconsumo di energia da fonti rinnovabili.
Veniamo alle “cose più semplici”.
Agevolazioni per l’acquisto dell’infrastrutturazione di ricarica.
Il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 4 agosto 2022, n. 1 modifica un precedente decreto del 6 aprile 2022 per inserire il seguente testo: “… Per l’anno 2022, per l’acquisto di infrastrutture di potenza standard per la ricarica dei veicoli alimentati ad energia elettrica da parte di utenti domestici, è riconosciuto un contributo pari all’80 per cento del prezzo di acquisto e posa in opera, nel limite massimo di euro 1.500 per persona fisica richiedente. Il limite di spesa di cui al comma 1 è innalzato ad euro 8.000 in caso di posa in opera sulle parti comuni degli edifici condominiali di cui agli articoli 1117 e 1117-bis del codice civile. …».
Ad oggi 7 novembre 2022 nulla sappiamo in merito alle procedure che dovranno essere adottate per fruire del bonus.
Nel sito web del MISE dovrebbero essere pubblicate le istruzioni.
Relativamente alla imposizione indiretta, IVA, segnalo la “bizzarra” interpretazione dell’Agenzia delle Entrate con la risposta 218 del 14 luglio 2020.
L’Agenzia asserisce che l’aliquota ridotta del 10% non può essere applicata all’installazione delle colonnine per la ricarica dei veicoli elettrici, destinate esclusivamente ad uso privato. L’intervento, infatti, da solo, non costituisce un’opera di urbanizzazione pubblica agevolabile.
La risposta termina con la seguente affermazione:
“… Si fa presente tuttavia che se le colonnine di ricarica in commento sono fornite e installate dal Contribuente unitamente all’impianto fotovoltaico, in modo da costituire un tutt’uno, magari nell’ambito di un contratto di appalto – circostanza verosimile in base a quanto decritto nell’istanza – la relativa fornitura beneficerà dell’aliquota IVA del 10 per cento, prevista per «gli impianti di produzione e reti di distribuzione calore-energia e di energia elettrica da fonte solare-fotovoltaica ed eolica», ai sensi rispettivamente dei numeri 127- quinquies) e 127-septies) del Decreto IVA …“.
In pratica l’Agenzia dice che in caso di lavori su una infrastruttura di ricarica ad uso privato si applica l’aliquota ordinaria e non quella agevolata permessa solo se l’uso dell’infrastruttura è pubblica.
MA!
Ma se contemporaneamente il contribuente realizza, con un unico appalto, un impianto fotovoltaico ed una infrastruttura di ricarica di veicoli elettrici (tutto per uso privato, naturalmente) si applica l’aliquota ridotta.
Credo di avervi detto quanto avevo in testa sull’argomento.
Grazie della domanda
Giuseppe Pugliese
Riferimenti normativiScarica tutti gli allegati
Agenzia delle Entrate, Risposta ad interpello n. 218 del 14 luglio 2020 Deliberazioni Arera – Delibera 449/2022 – Delibera 469/2019 – Delibera 568/2019 TIT e TIC – Inchiesta pubblica 331/2018 – Delibera 541/2020 MISE, DPCM 4 agosto 2022 n. 1 Comune di Milano, Stato Situazione ed Aggiornamento Piano Generale del Traffico Urbano (PGTU) – Sistema della sosta Comune di Milano, Direzione Centrale Mobilità Trasporti e Ambiente – Parcheggi realizzati in diritto di superficie nel sottosuolo di aree pubbliche – Criteri per il rilascio dell’autorizzazione relative alle richieste di cessione di box/posti auto con vincolo di pertinenzialità ai sensi dell’art. 9 comma 5 della legge 122 del 24 marzo 1989 Normativa, Legge 24 marzo 1989, n. 122Domenica 4 dicembre sarà all’insegna della mobilità sostenibile. A Vicenza si svolgerà il Palladian Electric Tour, il raduno di auto elettriche, organizzato da Italian Exhibition Group e AndiamoElettrico.it, in collaborazione con il Tesla Club Italy. L’incontro è aperto a tutti i proprietari di un’auto elettrica, per iscriversi, basta compilare il form a questo link.
La giornata si svolgerà nell’ambito della dodicesima edizione di Mondomotori, l’evento dedicato alla mobilità del Nord-Est, il 3 e il 4 dicembre 2022.
Programma 4 Dicembre
Ore 8:30 – Appuntamento in Viale Roma, Vicenza Ore 10:30 – Partenza da Viale Roma per attraversare in sfilata con la propria auto il centro di Vicenza Ore 12:00 – Conclusione del tour al quartiere fieristico Ore 12:30 – I partecipanti saranno accolti con un brindisi offerto da Mondomotori e accederanno alla fiera per una visita gratuita.
Mondomotori: marchi leader e novità GreenPer gli appassionati in cerca di novità ci saranno le anteprime dei marchi leader del settore, con un’attenzione particolare al mondo dell’elettrico, nonché le associazioni e gli operatori automotive. Sarà un’occasione sia per i concessionari, che presenteranno i nuovi modelli, sia per gli amanti dei motori, in cerca di nuove occasioni e ispirazioni anche grazie ai partner Federmoto Veneto e UIGA – Unione Giornalisti Automotive.
Non mancheranno i corsi di aggiornamento per i professionisti del settore, dedicati a motori elettrici, sicurezza stradale e pneumatici. Tanti anche i test-drive per toccare cono mano i reali vantaggi dei veicoli green, e i meet&greet con alteti e associazioni del territorio.
Iscriviti subito al raduno di auto elettriche Palladian Electric Tour, domenica 4 dicembre ed entra nel gruppo WhatsApp per chiedere qualsiasi ulteriore informazione!
Iscriviti al raduno! Entra nel gruppo WhatsappPer la nuova rubrica “Mobilità elettrica in condominio“, pubblichiamo un caso reale di comunicazioni avvenute tra l’amministratore di condominio e un condomino, circa la volontà di quest’ultimo di installare i panneli solari sul lastrico condominiale. Nella risposta all’amministratore, trovate tutti i riferimenti normativi a cui si attiene il condomino.
Domanda dell’amministratoreGentile Dott.____, buonasera; al fine di evitare preventivamente qualsivoglia contestazione possa derivare dall’apposizione di pannelli solari sulla superficie condominiale di copertura e facendo seguito alla pregressa comunicazione telefonica, sono a richiederle cortesemente i riferimenti normativi che consentirebbero l’installazione, a prescindere da qualsivoglia preventiva comunicazione e/o autorizzazione in assemblea condominiale, di pannelli solari da porre a suo uso esclusivo.
Risposta all’amministratoreEgregio Amministratore,
in riferimento al messaggio di posta elettronica ricevuto da lei inviato in data ______ alle ore __ Le ricordo quanto già riferito dal mio avvocato _______ ______ durante l’assemblea di condominio tenutasi il giorno ___ alle ore___
La mia richiesta si basa sulle norme del Codice del Condominio conosciute, utilizzate e rispettate da tutti condomìni e gli amministratori di condominio, presenti nel Codice Civile agli articoli dal 1117 al 1138, all’articolo 2659, agli articoli dal 61 al 74 ed agli articoli dal 155 al 156.
Specificatamente mi riferisco all’articolo 1122 bis ed a quella parte che testualmente recita:
“Art. 1122-bis (Impianti non centralizzati di ricezione radiotelevisiva e di produzione di energia da fonti rinnovabili).
É consentita l’installazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili destinati al servizio di singole unità del condominio sul lastrico solare, su ogni altra idonea superficie comune e sulle parti di proprietà individuale dell’interessato.”
Per sua ed altrui informazione riporto un estratto di quanto presente al seguente indirizzo internet: Art. 1122 bis codice civile – Impianti non centralizzati di ricezione radiotelevisiva e di produzione di energia da fonti rinnovabili – Brocardi.it
“Il co. 2° dell’art. 1122 bis del c.c. prevede un vero e proprio diritto soggettivo del singolo proprietario di installare tali impianti sul lastrico solare, su ogni altra superficie condominiale utile e, ovviamente sulle parti dell’edificio in proprietà individuale per destinarli poi al servizio esclusivo del suo appartamento. Tale diritto non può essere in alcun modo compromesso o comunque condizionato da una qualche autorizzazione assembleare”.
Come abbiamo già ripetuto all’assemblea del giorno_______, la mia “aspirazione” è che tutto il condominio assuma la decisione di realizzare un tetto fotovoltaico per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. Decisione questa resasi indispensabili dalla situazione in cui ci troviamo e da Lei e da tutti ben conosciuta. Ma, alla luce del non decisione del condominio stesso, ho deciso di chiederlo a tutti i componenti del condominio e di farlo con chi lo desidera come il sottoscritto. Se nessuno accetta, lo farò da solo. Sulla rete internet la documentazione disponibile è copiosa e tutti possono leggere.
Allego parte di una sentenza del Tribunale di Milano (Tribunale Milano Sez. XIII Civile Sentenza N. del 06.10.2014): “L’art. 1122 bis c.c. infatti consente l’installazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili destinati al servizio di singole unità del condominio sul lastrico solare, su ogni altra idonea superficie comune e sulle parti di proprietà individuale di chi ne richiede la realizzazione a condizione che l’interessato, ove gli interventi da effettuare importino modificazioni delle parti comuni, ne dia comunicazione all’amministratore indicando il contenuto specifico e le modalità di esecuzione degli interventi;
La norma in esame in sostanza prevede che, una volta assolto l’obbligo di informativa del condomino interessato alla realizzazione degli interventi nei riguardi dell’amministratore al quale va comunicato “il contenuto specifico e le modalità di esecuzione degli interventi” ove questi ultimi importino modificazioni delle parti comuni ed una volta instaurato il dibattito tra i condomini a seguito di apposita convocazione assembleare chiamata a deliberare sul punto, quest’ultima possa effettuare unicamente le attività di cui all’art. 1122 bis, terzo comma, c.c. ma non possa, come è avvenuto nella fattispecie al vaglio del presente giudizio, denegare al condomino interessato un’autorizzazione che, per la verità, non è neppure richiesta in tutti i casi in cui il singolo condomino abbia deciso di utilizzare uno dei beni comuni annoverati dall’art. 1117 c.c. sia pure rimanendo nei limiti di cui all’art. 1102 del codice civile e della legge in generale”.
Vorrei infine precisare meglio una sua affermazione in merito alla mia volontà.
Concludendo la sua comunicazione, Lei testualmente scrive “… da porre a suo uso esclusivo.“.
Le preciso che, ai sensi di legge, l’uso sarà esclusivo se sarò solo ad eseguire questo investimento.
Se, come mi auguro, altri decideranno di sostenere con me le spese, l’uso di questa infrastruttura sarà “esclusivo” per questa comunità che utilizzano un bene comune mentre gli altri non ne hanno manifestato la volontà.
Concludo con un altro estratto dalla sentenza già citata del Tribunale di Milano: “… Se si passa ad analizzare la disciplina delle limitazioni all’uso dei beni comuni ad opera del singolo condomino, il disposto dell’art. 1102 c.c. ne subordina l’uso a due fondamentali limitazioni: il divieto di alterare la destinazione della cosa comune e l’obbligo di consentirne un uso paritetico agli altri condomini”.
Con la speranza di favorire la realizzazione di un impianto in grado di produrre energia da fonte rinnovabile comune a tutti i componenti del condominio, rimango a disposizione per qualsiasi ulteriore approfondimento.
“Buon giorno a tutte e tutti.
Dopo il successo del Tesla Club Italy Revolution 2022 ho deciso di aprire una rubrica dedicata al mondo della mobilità elettrica per chi abita in un condominio, comunque organizzato.
Troppo spesso infatti vediamo la pubblicità dell’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili, la ricarica dei veicoli elettrici, l’utilizzo di energia geotermica associate ad una casa dove vive una famiglia. La classica villetta!
Ci sono anche quelli e quelle che vivono in condominio ed hanno gli stessi diritti delle altre e degli altri.
La stessa Autorità di regolazione per energia reti e ambiente, ARERA, ha emanato un provvedimento che permette a chi ha una utenza elettrica non inferiore a 2KW e non superiore a 4,5KW e che, contemporaneamente, utilizza un veicolo elettrico di poter ottenere un aumento di potenza gratuito a KW 5,5 durante le ore notturne e nei giorni festivi.
Questo provvedimento si adatta a chi risiede in un edificio mono o bifamiliare, ma non a chi risiede in un condominio.
La maggior parte di chi abita in condominio e che ha l’utilizzo di un posto auto o di un box non può eseguire il collegamento tra il proprio contatore di casa ed il box, tanto meno il posto auto.
L’autorimessa collettiva ed anche i box auto posti nel/nei piani interrati hanno una sola utenza condominiale per tutte le unità immobiliari.
Ci si chiede allora perché si concede a chi ha la villetta di ottenere un aumento di potenza elettrica gratuito per ricaricare il proprio veicolo elettrico e non si concede lo stesso beneficio a chi abita in condominio?
La realizzazione del tetto fotovoltaico in una villetta è lavoro semplice; cosa diversa in un condominio.
Tutto questo per dire che abitare in condominio significa seguire regole ben definite e spesso non conosciute.
Questa rubrica tenta di superare questo “gap“.
Pubblicheremo una serie di articoli e cercheremo di rispondere alle vostre domande sul tema.”
Ci sono già più di 300 persone da tutta Italia iscritte alla quinta edizione del Tesla Club Italy Revolution, la grande conferenza nazionale dedicata sia alla casa automobilistica Tesla ma soprattutto all’intero mondo della mobilità elettrica e alle tante tematiche correlate. Il grande evento andrà in scena Sabato 17 settembre al FICO Eataly World a Bologna, il parco del cibo più grande del mondo, e riunirà in un unico luogo, in un’unica data, tantissime persone interessate ad approfondire questa grande rivoluzione che stiamo vivendo.
Il ProgrammaIl 17 Settembre sarà anche carico di contenuti e incontri molto interessanti, come preannuncia il Programma in continuo aggiornamento. Sullo Stage dell’Auditorium si alterneranno diversi momenti di confronto, con Speaker selezionati per competenza ed autorevolezza, moderati da Margherita Granbassi, Campionessa del mondo e bi-medagliata olimpica di fioretto, nonché Conduttrice televisiva, attualmente impegnata nella conduzione di Linea Verde Sentieri su RaiUno.
Con Paolo Attivissimo passeremo in rassegna le bufale elettriche più diffuse e pericolose, per parlare poi di divulgazione della mobilità sostenibile senza incappare negli errori emotivi più insidiosi e irrazionali.
Per un approfondimento scientifico, salirà sul palco Nicola Armaroli, Dirigente di Ricerca al CNR – Consiglio Nazionale delle Ricerche, e Nicoletta Picone, dell’Unità di Ricerca e Sviluppo di Cobat. Saranno affrontate le tematiche più attuali in tema di mobilità elettrica: infrastrutture di ricarica, sistemi di accumulo, efficienza energetica, impatto ambientale, solo per citarne alcuni
Inoltre, comprenderemo quali sono le differenze tecnologiche fondamentali tra le auto endotermiche e le auto elettriche, grazie all’intervento-show di Giuseppe Pugliese, Vice Presidente di Tesla Club Italy. Con Andrea Baccega, Fabrizio de Vitali e molti altri speaker, toccheremo temi tecnologici come l’autopilot, la guida autonoma, ma anche temi occupazionali e sociali, vedendo assieme quale impatto avrebbe sull’ambiente e sulla società se tutte le auto fossero elettriche.
Importantissimi i contenuti portati dai player come Be Charge, Infinity Hub, Webfleet assieme a Resolution Hub, Clivet e Finanza.tech. Del resto, quello della transizione tecnologica è un vero e proprio settore trainato dalle aziende che contribuiscono sensibilmente allo sviluppo grazie ai propri servizi e prodotti.
Non da meno sarà anche la tavola rotonda dedicata agli investimenti azionari, per tutti coloro che vogliono anche apprendere importanti nozioni per capirne di più riguardo l’acquisto di titoli, discutendo il titolo TSLA ma non solo.
Per una panoramica sullo scenario istituzionale in materia di mobilità elettrica, interverranno l’On. Luca Sut, Deputato MoVimento 5 Stelle, Capogruppo X Commissione Attività Produttive, Commercio e Turismo, Membro del Comitato M5S per la Transizione Ecologica, Membro Intergruppo per lo sviluppo della mobilità elettrica, e l’On. Giuseppe Chiazzese, Deputato M5S, Coordinatore Intergruppo Parlamentare per lo sviluppo della Mobilità Elettrica, Membro della X Commissione Attività Produttive, Commercio e Turismo. Insieme ci illustreranno quali azioni sono state fatte e cosa ancora c’è da fare in Parlamento.
Grazie alla partecipazione ufficiale della casa automobilistica, non mancheranno test drive, per chi vuole provare l’emozione di guidare una Tesla durante l’evento.
Non solo contenuti ma anche relazioni e divertimentoIl Tesla Revolution è un evento attraente non solo per i contenuti ma anche per tutto il contorno. Essendo di sabato, molte persone parteciperanno anche con le famiglie, portando con sé anche i propri figli che potranno sfruttare la ricchezza della location dell’evento: il FICO Eataly World di Bologna, un parco ricco di cose da visitare. Al tempo stesso, potranno interagire tra di loro e ammirare le tantissime Tesla che saranno esposte appena fuori dal Centro Congressi, compresa la Model 3 Performance da corsa di Executive Sport.
Come parteciparePer partecipare basta acquistare il proprio biglietto, scegliendo tra – fondamentalmente – due tipologie, ognuna con benefit diversi. Si parte dallo Standard Ticket, che consente di assistere alla conferenza fino alle 18:00. In alternativa ci sono il Business Ticket e l’Owner Ticket, identici nelle caratteristiche e diversi solo per destinatario. L’Owner Ticket è riservato ai proprietari Tesla. Al contrario, il Business Ticket è dedicato a chi non possiede una Tesla. I due biglietti aggiungono più occasioni per conoscere altri partecipanti e i relatori, come il Pranzo di Networking, il Coffee break del pomeriggio e alcuni interventi aggiuntivi.
Attenzione: tutti i biglietti sono ad un prezzo scontato e gli sconti diminuiscono progressivamente. Il consiglio è di assicurarsi il proprio posto il prima possibile per pagare il prezzo più basso in assoluto!
L’appuntamento, quindi, è al Tesla Club Italy Revolution 2022, sabato 17 Settembre al FICO Eataly World di Bologna. Per restare aggiornato su tutte le novità dell’evento, ma anche per porre qualsiasi domanda, è attivo il gruppo Telegram dell’evento.
Dopo mesi di lavoro nel “dietro le quinte”, siamo felici di presentarvi la partnership con Be Charge, società controllata da Plenitude attraverso Be Power e dedicata alla diffusione delle infrastrutture di ricarica per la mobilità elettrica. Grazie a uno dei più capillari network di infrastrutture di ricarica pubblica per veicoli elettrici in Italia, Be Charge vuole dare un contributo decisivo allo sviluppo di un sistema di mobilità sostenibile attraverso una gestione innovativa dei flussi digitali.
Be Charge riveste sia il ruolo di proprietario e gestore della rete di infrastruttura di ricarica (CSO e CPO), sia quello di fornitore di servizi di ricarica e mobilità elettrica che si interfaccia con gli utilizzatori di veicoli elettrici (EMSP). Le stazioni di ricarica Be Charge sono a corrente alternata, di tipo Quick (fino a 22 kW) e a corrente continua, di tipo Fast (fino a 99 kW), Fast+ (fino a 149 kW) e Ultrafast (superiori a 150 kW).
Al momento Be Charge conta oltre 8.300 punti di ricarica sul territorio nazionale. Le stazioni sono monitorate 24 ore su 24 da un servizio di assistenza e sono accessibili tramite l’app Be Charge, disponibile per iOS e Android che permette di filtrare i punti di ricarica Be Charge e dei partner in base a parametri come la potenza in kW, la disponibilità e l’accessibilità h24. Grazie agli accordi di interoperabilità, sull’app Be Charge è possibile utilizzare più di 37.600 punti di ricarica.
Soddisfatto Federico Lagni, Fondatore e Presidente di Tesla Club Italy che commenta: “La partnership con Be Charge è particolarmente ricca e riguarda molti aspetti. Del resto, le migliaia di nostri associati sono fortemente interessati a tutto ciò che riguarda le infrastrutture di ricarica e questo è il motivo per cui la collaborazione sarà anche molto interattiva, così da fornire a Be Charge preziosi feedback che provengono da una massa critica importante e cospicua anche da un punto di vista numerico”
La collaborazione verte principalmente su 3 punti:
1) Tessere associative Be Charge Con l’avvio di questa nuova importante collaborazione, infatti, tutte le tessere dei nuovi iscritti al Club saranno vere e proprie tessere Be Charge RFID di ricarica. Rimane invariata l’esistenza della tessera rossa per gli Enthusiast Member e della tessera nera per gli Owner Member (quindi i proprietari Tesla).
2) Convenzione per le tariffe di ricarica Tutti gli associati Tesla Club Italy hanno accesso a tariffe agevolate, disponibili per i pacchetti in abbonamento Be Light 50, Be Regular 100, Be Large 250 e Be Electric 500.
L’agevolazione consiste nel 20% di sconto, applicabile fino al 31 Dicembre 2022. Uno sconto molto importante che consente un risparmio economico importante, a maggior ragione in momenti come quello che stiamo vivendo riguardo il mercato energetico.
3) Be Charge alla conferenza nazionale Tesla Club Italy Revolution 2022 La partnership non avrà solo carattere “virtuale” bensì anche offline. Be Charge, infatti, parteciperà alla nostra conferenza nazionale del 17 Settembre al FICO Eataly World di Bologna. Sarà un momento importantissimo, poiché sarà possibile sia ascoltare dal vivo l’intervento in plenaria dell’Amministratore Delegato di Be Charge, sia incontrare Be Charge stessa al loro stand all’interno della conferenza, approfittando della giornata per parlare direttamente con chi, da protagonista, detiene e gestisce una parte sempre più ampia e strategica dell’infrastruttura di ricarica pubblica italiana.
Durante l’evento sarà possibile, quindi, dialogare direttamente con Be Charge, apprendendo informazioni importanti ma anche, al tempo stesso, fornire loro i propri feedback e pareri di automobilisti elettrici o di chi lo sta per diventare.
In questa pagina, trovi una raccolta di domande frequenti riguardo l’utilizzo della convenzione con Be Charge
Clivet è Top Sponsor del Tesla Club Italy e partecipa, sempre come Top Sponsor, alla nuova edizione del Tesla Club Italy Revolution 2022, la conferenza nazionale dedicata alla mobilità elettrica e al mondo Tesla. L’appuntamento è il 17 Settembre al FICO Eataly World di Bologna. Qui tutte le info per partecipare.
La storia di ClivetL’azienda è stata fondata nel 1989 da Bruno Bellò a Feltre, in provincia di Belluno. Inizia la sua attività con la produzione di chiller e pompe di calore per poi proseguire negli anni con lo sviluppo di innovativi sistemi specializzati basati su unità rooftop, sistemi ad anello d’acqua, sistemi di rinnovo e purificazione aria e sistemi dedicati al residenziale. Nel 2016, grazie all’alleanza industriale con il gruppo MIDEA, Clivet completa la sua offerta integrandola con i prodotti VRF, MONO/MULTI Split e con le tecnologie Midea.
“In oltre 30 anni di attività nella progettazione, produzione e distribuzione di sistemi di climatizzazione e trattamento aria ad alta efficienza e minimo impatto ambientale, Clivet ha sviluppato la propria proposta per il comfort sostenibile e il benessere dell’individuo e dell’ambiente. – ci racconta Stefano Bellò Amministratore Delegato di Clivet– La ricerca e lo sviluppo di soluzioni per la climatizzazione a ciclo annuale con tecnologie innovative sono nel DNA di Clivet fin dalla sua nascita, permettendo all’azienda di essere da sempre pronta per il futuro. Il tutto elettrico è alla base della nostra proposta.”
La vision di Clivet: Comfort for the Planet & PeopleDa sempre Clivet progetta soluzioni per il comfort sostenibile e il benessere dell’individuo e dell’ambiente. Il nesso verso Tesla e la mobilità elettrica è molto forte, proprio per questo Clivet ha scelto di essere Top Sponsor del Tesla Club Italy e di partecipare al Tesla Club Italy Revolution 2022.
“Dalla conferenza ci aspettiamo di entrare a contatto con un’audience interessata al mondo elettrico e alla sostenibilità, un target che quindi possa comprendere la filosofia e i concetti del tutto elettrico che anche i nostri sistemi in pompa di calore e la Clivet smart Home/building seguono. Durante il nostro intervento come Speaker presenteremo il principio delle digital solution e di un sistema completo di climatizzazione, riscaldamento, raffreddamento, produzione di acqua calda sanitaria e rinnovo e purificazione dell’aria che ben si collega alle auto Tesla e al Powerwall in una nuova concezione di casa e di edificio.”
I sistemi di climatizzazione di Clivet sono pensati per realizzare un comfort totale in ogni tipo di edificio, dal piccolo appartamento al grande centro commerciale. Unità integrate a basso consumo lavorano silenziose per poter regolare temperatura, umidità e qualità dell’aria ad un livello ottimale, mantenendolo costante nel tempo. Le soluzioni aumentano il comfort, risparmiando energia e fornendo ai clienti il miglior valore per l’intero ciclo di vita dell’impianto.
Obiettivo Carbon Neutrality“Anche nei nostri processi industriali stiamo lavorando per raggiungere la Carbon Neutrality. La lotta al cambiamento climatico passa per la decarbonizzazione. La tecnologia della pompa di calore ha le carte in regola per rispondere alle richieste di decarbonizzazione e dare un’impronta green alle nostre città. Le pompe di calore, infatti, funzionano a energia elettrica, che può essere prodotta da fonti rinnovabili; sfruttano l’energia solare indiretta contenuta in aria, acqua e terra; non emettono CO2; sono altamente efficienti. Oltre a questo, garantiscono con un’unica unità il comfort tutto l’anno: riscaldamento, raffrescamento, produzione di acqua calda sanitaria.
Clivet è clima, è sostenibilità e produce sistemi in pompa di calore per garantire comfort e aria pulita tutto l’anno negli ambienti in cui viviamo, lavoriamo o trascorriamo il nostro tempo libero, rispettando l’ambiente. Utilizza refrigeranti a basso GWP, perché il mondo è la nostra unica casa e dobbiamo proteggerla.”
La mission dell’azienda è aumentare, insieme ai migliori professionisti, il comfort e la qualità dell’aria per le persone negli ambienti interni attraverso prodotti e sistemi di climatizzazione in pompa di calore, affidabili e tecnologicamente avanzati, che rispettano il nostro pianeta e riducono il costo dell’intero ciclo di vita dell’impianto (Total Life Cycle Cost).
La capacità di adattare i propri sistemi in base alle diverse esigenze è il passepartout di Clivet per i mercati internazionali, che vengono raggiunti grazie alle filiali situate in Gran Bretagna, Germania, Russia, Emirati Arabi, India, Sud Est Europa e Cina e ai 50 Partners nel mondo. Nella sola Italia, Clivet conta 35 Agenzie di Vendita, 260 rivenditori e 160 Centri Assistenza Tecnica.
Nel 2020 Clivet ha creato la Business Unit Digital, dedicata allo sviluppo delle Digital Solutions, soluzioni che permettono una gestione integrata di comfort, energia e servizi per un futuro sempre più sostenibile, come le soluzioni per sistemi interconnessi che operano in completa sinergia con gli edifici intelligenti, gli impianti più affidabili ed efficienti per valorizzare e proteggere gli investimenti, sistemi di monitoraggio, prevenzione e assistenza per una maggiore qualità e sicurezza degli ambienti in cui viviamo.
Al Tesla Club Italy Revolution 2022 sarà possibile conoscere da vicino il team di Clivet e saperne di più sulle sue soluzioni. Appuntamento il 17 settembre al FICO Eataly di Bologna. Qui per registrarsi all’evento.
Il 20 Gennaio 2020, con il benestare di Tesla, partiremo da Tesla Milano dove inizieranno anche le prime riprese che accompagneranno l’intero viaggio.
All’evento parteciperanno ovviamente Silvia e Andrea con la loro Tesla Model 3, ma anche il direttivo del Tesla Club Italy.
Il progetto è particolarmente esclusivo. Un’impresa mediaticamente esposta.
I riflettori
sono già accesi e puntati sulla missione.
Farne parte costituisce un ritorno di immagine, un ritorno comunicativo, un ritorno commerciale. Ancor più, farne parte significa comunicare fortemente la propria capacità innovativa. Diremo di più: la propria capacità rivoluzionaria.
Sono disponibili diverse forme di adesione e partecipazione. Contattaci via mail per avere maggiori informazioni!